APPENDICE II
DAL CERIMONIALE
DEI VESCOVI



2 - INGRESSO
DI UN NUOVO PARROCO

 

  
Premesse

1964.
L'inizio del ministero pastorale di un nuovo parroco è un avvenimento di rilievo nella vita di una comunità.
È opportuno che esso venga celebrato in giorno festivo nel conte­sto della liturgia eucaristica con la partecipazione dei presbiteri della stessa zona e di un gran numero di parrocchiani.
Di norma è il vescovo in persona o un suo delegato a presiedere l'ingresso di un nuovo parroco.

1965. Prima, o all'atto stesso, del suo ingresso in parrocchia, il parroco deve fare la professione di fede alla presenza dell'Ordinario del luogo o di un suo delegato.

1966. Qualora vi siano usanze particolari, è opportuno conservarle. Altrimenti si possono usare, in tutto o in parte, i riti descritti qui di seguito.

1967. La domenica si celebri la Messa propria del giorno del Signore. Negli altri giorni, se lo si ritiene opportuno e le norme liturgiche lo consentono (cfr Principi e norme per l'uso del Mes­sale Romano, n. 332), si potrà usare il formulario della Messa del santo patrono della chiesa e della parrocchia

* 1968. Se l'ingresso ha luogo nelle ore antimeridiane, la sera il nuovo parroco può presiedere la celebrazione dei Vespri con la «Benedizione» per il rendimento di grazie (vedi cap. I, nn. 48-63), oppure l'esposizione solenne e l'adorazione del Santissimo Sacramento con la «Benedizione» per il rendimento di grazie come indicato sopra.

1969. È opportuno che il nuovo parroco, in ora e giorno adatti, celebri una Messa per i parrocchiani e i pastori defunti e, ove sia possibile, si rechi anche al cimitero con i fedeli, secondo le consuetudini locali.

  

I. Rito dell'ingresso



1970.
Se lo si ritiene opportuno, si può accogliere il vescovo e il nuovo parroco ai confini della parrocchia, avviandosi processionalmente all'atrio della chiesa parrocchiale, dove il vescovo presenta il nuovo parroco e gli consegna le chiavi. La presentazione tuttavia si può fare anche all'inizio della Messa, specialmente quando, dopo il saluto del vescovo, si legge il decreto di nomina.

1971. Il Vangelo, in assenza del diacono, viene letto dal parroco che prima si avvicina al vescovo, riceve da lui l'Evangeliario e chiede la benedizione.

1972. Nell'omelia il vescovo illustra ai fedeli, alla luce della parola di Dio, la missione del parroco. Spiega poi il significato dei riti particolari che si svolgeranno subito dopo.

1973. Terminata l'omelia, il nuovo parroco rinnova lodevolmente le promesse fatte nel giorno della sua ordinazione.

Il vescovo lo interroga con queste parole:

Figlio carissimo,
davanti al popolo affidato alle tue cure
rinnova le promesse fatte al momento dell'ordinazione.

Vuoi esercitare con perseveranza il tuo ufficio
come fedele cooperatore dell'ordine dei vescovi
nel servizio del popolo di Dio,
sotto la guida dello Spirito Santo?

R. Sì, lo voglio.

Vuoi adempiere degnamente e sapientemente
il ministero della parola nella predicazione del Vangelo
e nell'insegnamento della fede cattolica?

R. Sì, lo voglio.

Vuoi celebrare con devozione e fedeltà i misteri di Cristo, 
secondo la tradizione della Chiesa,
specialmente nel sacrificio eucaristico
e nel sacramento della riconciliazione,
a lode di Dio e per la santificazione del popolo cristiano?

R. Sì, lo voglio.

Vuoi implorare la divina misericordia per il popolo a te affidato,
dedicandoti assiduamente alla preghiera,
come ha comandato il Signore?

R. Sì, lo voglio.

Vuoi essere sempre più strettamente unito
a Cristo sommo sacerdote,
che si è offerto come vittima pura a Dio Padre per noi, 
consacrando te stesso insieme con lui
per la salvezza di tutti gli uomini?

R. Sì, con l'aiuto di Dio, lo voglio.

Prometti a me e ai miei successori filiale rispetto e obbedienza? 

R. Sì, lo prometto.

Dio che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento.

1974. Quindi, secondo l'opportunità si può fare una processione con i ministri che portano il turibolo, la croce e i ceri nella quale il vescovo consegna al parroco i luoghi che serviranno al suo ministero: la sede del presidente, la cappella del Santissimo Sacramento, il battistero, il confessionale. Se si può fare facilmente invita il parroco a suonare la campana.
Queste cose si possono svolgere anche prima della Messa.


1975.
Nella preghiera dei fedeli si formulino intenzioni adatte per il vescovo e il nuovo parroco.

1976.
Al rito di pace il parroco scambia il saluto con una rappresentanza di parrocchiani.

1977.
Terminata l'orazione dopo la Comunione il vescovo invita il parroco a rivolgere brevi parole alla comunità.

 

* II. Adattamenti 
per il rito dell' ingresso



1978.
Questi adattamenti, tenute presenti le indicazioni del «Cerimoniale dei vescovi», intendono rispondere ad alcune istanze emerse dall' esperienza pastorale.

1979. Se lo si ritiene opportuno, l'accoglienza al vescovo e al nuovo parroco si può fare ai confini della parrocchia o sul sagrato della chiesa parrocchiale secondo le consuetudini.

1980. L'eventuale saluto della cittadinanza si effettuerà opportunamente, secondo le consuetudini locali, in tempo e luogo concordati.

1981. Il vescovo, se presiede l'Eucaristia, il nuovo parroco, i presbiteri con celebranti e i diaconi indossano i paramenti per la Messa in un luogo adatto prima dell'ingresso in chiesa.


INGRESSO IN CHIESA


1982. Il vescovo, con a fianco il nuovo parroco, entra processionalmente in chiesa nel modo consueto.


INIZIO


1983.
Il vescovo e i concelebranti, ma non il nuovo parroco, baciano l'altare, quindi il vescovo dalla sede inizia il rito dicendo:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. 

R. Amen.


SALUTO

1984. Il vescovo saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:

Dio Padre, fonte di ogni dono e ministero,
Cristo, maestro e pastore delle nostre anime,
lo Spirito Santo, artefice di comunione nella carità,
sia con tutti voi.

R. E con il tuo spirito. 

o in un altro modo adatto.


PRESENTAZIONE DEL NUOVO PARROCO

1985. Quindi presenta alla comunità il nuovo parroco. Lo può fare con queste parole o altre simili:

Carissimi, la nostra comunità parrocchiale di N., riunita nel giorno del Signore [in questo giorno di festa], vive un mo­mento di particolare gioia e solennità, perché riceve dal vescovo il suo nuovo parroco nella persona del presbitero N.. Nella successione e nella continuità del ministero si esprime l'indole pastorale della Chiesa, in cui Cristo vive e opera per mezzo di coloro ai quali il vescovo affida una porzione del suo gregge.

1986. A questo punto il vescovo fa leggere il decreto di nomina.

Tutti siedono. Viene letto il decreto e, a lettura finita, tutti in segno di assenso rispondono:

Rendiamo grazie a Dio.

Oppure si canta Benediciamo il Signore, a lui onore e gloria nei secoli, proposto prima dal coro e poi ripetuto da tutti, o un altro canto analogo.


INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO

1987. Quindi invita tutti a pregare con queste parole o altre simili:

Invochiamo ora lo Spirito del Signore,
perché il parroco e i
parrocchiani formino una sola famiglia,
riunita nella fede, nella speranza e nella carità.

Si canta il
Veni Creator (n. 2540) o un altro canto adatto.


PREGHIERA DI BENEDIZIONE

1988. Terminato il canto, il nuovo parroco si porta in mezzo al presbiterio di fronte al vescovo.
Quindi il vescovo dice:


Preghiamo.

Tutti pregano per qualche momento in silenzio.


Il vescovo, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:


Sii benedetto, Dio nostro Padre, pastore dei pastori,
per i grandi doni del tuo amore.
In Cristo tuo Figlio, presente e operante nella santa Chiesa,
ci hai fatto rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo,
per formare un'unica famiglia,
riunita nella celebrazione dell'Eucaristia,
centro e fulcro della vita cristiana.

Guarda con paterna benevolenza il nuovo parroco,
a cui affidi un'eletta porzione del tuo gregge;
fa' che la comunità parrocchiale di
N.
cresca e si edifichi in tempio santo del tuo Spirito
e renda viva testimonianza di carità,
perché il mondo creda in te

e in colui che hai mandato, il Signore nostro Gesù Cristo.


Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

R. Amen.


RITI ESPLICATIVI


1989.
Poi il vescovo si rivolge al nuovo parroco con queste parole o altre simili:

Aspergi il popolo di Dio e venera il santo altare:
guida i discepoli di Cristo Maestro e Signore,
nel cammino della verità e della vita,
dal fonte battesimale alla mensa del sacrificio eucaristico.
Interceda per te e per tutti san
N.,
patrono di questa comunità parrocchiale.

1990. Il vescovo porge al nuovo parroco l'aspersorio.

Il nuovo parroco, dopo se stesso, asperge i fedeli passando, se lo si ritiene opportuno, attraverso la navata della chiesa.

1991. Quindi il vescovo impone l'incenso nel turibolo. Il nuovo parroco bacia l'altare e lo incensa nel modo consueto. Dopo l'altare, secondo l'opportunità, incensa l'immagine del santo patrono.

1992. Terminati questi riti un rappresentante della comunità ringrazia il vescovo per le sue premure di padre e pastore della Chiesa e per il dono del nuovo parroco.
Quindi il vescovo invita il nuovo parroco a rivolgere brevi parole di saluto alla comunità.

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1993.
SE IL VESCOVO PRESIEDE SOLO IL RITO D'INGRESSO, dopo il saluto del rappresentante della comunità si congeda e invita alla sede presidenziale il nuovo parroco come indicato al n. 1999.

Quindi benedice il popolo con la formula consueta e lascia la chiesa accompagnato da rappresentanti della comunità.

Se presiede il rito d'ingresso IL DELEGATO DEL VESCOVO, dopo il saluto del rappresentante della comunità invita alla sede presidenziale il nuovo parroco, come indicato al n.
1999. Il nuovo parroco presiede la Messa. Il delegato del vescovo, se concelebra l'Eucaristia, prende il primo posto tra i concelebranti.
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CELEBRAZIONE DELLA MESSA

1. SE IL VESCOVO PRESIEDE LA CONCELEBRAZIONE

1994. Dopo il saluto del nuovo parroco alla comunità omesso l'atto penitenziale la Messa prosegue con il canto del Gloria a Dio oppure, nelle domeniche del Tempo di Avvento e di Quaresima, del Kyrie eleison.

1995. Dopo l'omelia è opportuno che il testo della professione di fede, intercalata dai fedeli con una breve formula responsoriale come ad es. Credo o Credo, Signore, Amen sia proclamata dal solo parroco. Al termine parroco e fedeli possono cantare o proclamare insieme la formula: Questa è la nostra fede, o un'altra simile (cfr Messale Romano, p. 1102).

1996. Nella preghiera dei fedeli si predispongano intenzioni adatte per il vescovo e per il nuovo parroco.

1997. Nella presentazione dei doni i fedeli porteranno il pane e il vino per la celebrazione dell'Eucaristia e altre eventuali offerte per i poveri e per la Chiesa.

1998. Al rito di pace il vescovo e il parroco scambieranno il saluto con una rappresentanza di parrocchiani.

1999. Prima della benedizione finale il vescovo invita il nuovo parroco alla sede presidenziale dicendo queste parole o altre simili:

Il Signore ti conceda di presiedere e servire fedelmente, 
in comunione con il tuo vescovo,
questa famiglia parrocchiale,
annunziando la parola di Dio,
celebrando i santi misteri

e testimoniando la carità di Cristo.


2000.
Dopo la celebrazione eucaristica, nella sede più opportuna, potranno essere presentati eventuali doni per il nuovo parroco e per il vescovo.

2. SE IL NUOVO PARROCO 
    PRESIEDE LA CONCELEBRAZIONE


2001.
Dopo il saluto del rappresentante della comunità segue, secondo l'opportunità, un canto adatto che introduce la celebrazione dell'Eucaristia.

2002.
Il nuovo parroco rivolge ai presenti il saluto liturgico estendendolo con brevi parole a tutta la parrocchia. Poi introduce la liturgia del giorno invitando tutti a lodare il Signore.

2003. Quindi tutto si svolge, con gli opportuni adattamenti, come indicato ai nn. 1994-1998 e 2000.
  

 

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